Schopenhauer ha scritto:
Ciò che uno è per se stesso, ciò che lo accompagna nella solitudine e che nessuno può dargli né prendergli, è evidentemente per lui più essenziale di tutto quanto egli può essere agli occhi degli altri, o di quanto egli è in grado di possedere. [
Stiamo vivendo una situazione per noi strana che si compone di solitudine, isolamento e tanto tempo a disposizione.
Un tempo sospeso in cui tutto sembra cristallizzato, le ore sono tutte uguali e non vi è soluzione di continuità.
Sembra essere tornati indietro di almeno 130 anni e di vivere in qualche borgo di montagna, cascina nella pianura, masseria del tavoliere della Puglia.
Situazioni in cui si stava giorni e giorni da soli oppure in compagnia della propria famiglia, i tempi erano naturalmente dilatati ed era la natura che li dettava.
Ci si svegliava al sorger del sole e si andava a dormire al tramonto.
Il tempo era impiegato lavorando oppure passato in compagnia raccontandosi delle storie, la rete di sostegno era un fatto naturale.
Il diverso poteva essere naturalmente accettato oppure espulso dalla comunità in cui era molto forte la superstizione.
Nascevano leggende, storie fantastiche ma soprattutto si aveva il tempo per vivere.
Naturalmente non tutto era rose e fiori, la vita era dura e le malattie spesso non perdonavano, l’alimentazione non era molto equilibrata.
Ma in paese c’era tempo, ci si incontrava nelle piazze dopo la messa, le persone trovavano il tempo per parlare.
I bambini giocavano socializzando in modo naturale, questo comportamento è durato fin a non molti anni fa era l’esperienza del cortile.
Poi l’avvento della modernità ha modificato in modo profondo tutto questo.
Per prima cosa i ritmi di lavoro della società industriale, poi la televisione e infine internet, ci hanno tolto il tempo di vivere creando falsi idoli e falsi bisogni, ma soprattutto negandoci i veri contatti sociali e il tempo per pensare.
Prima del coronavirus i contatti sociali erano divenuti solo momenti ludici in cui l’importante era stordirsi e non pensare, nelle famiglie c’era più tempo dedicato ai social che alle interazioni tra i familiari.
L’isolamento regnava sovrano dando l’illusione di vivere in una comunità artificiale fatta di immagini elettroniche, molte create ad arte.
Poi all’improvviso un piccolo organismo sub cellulare con una membrana di proteine che vive da parassita il cui nome è virus è comparso all’improvviso riportandoci alla realtà, al contatto con il dolore, con la paura, con l’obbligo a confrontarsi con i famigliari.
Ma soprattutto ci sta obbligando a vivere con noi stessi, ci obbliga a riempire il tempo con uno strumento strano e ormai desueto il pensiero autonomo.
Non eravamo più abituati a pensare, a sentire le nostre emozioni, ad entrare in contatto con i nostri stati d’animo.
Non sappiamo come fare a riempire il nostro tempo, eravamo abituati a farcelo riempire da altri.
Tutto sommato questa situazione è positiva infatti se non si può andare fuori possiamo andare dentro, dentro noi stessi.
Possiamo scoprire un universo meraviglioso la nostra interiorità ciò che il sistema economico non vuole che accada, se scopriamo noi stessi possiamo iniziare a pensare in modo autonomo, possiamo far crescere la nostra coscienza critica e compiere scelte autonome e responsabili.
Se attingiamo al nostro universo interiore possiamo trovare i contenuti per confrontarci con il prossimo e quindi sognare progetti nuovi e diversi, rispettosi della vita umana.
Ma scoprire noi stessi è un percorso non facile, che può farci paura specialmente se non vi siamo abituati.
Talvolta ascoltarci potrebbe essere sconvolgente.
E allora come fare?
Innanzitutto dedicarsi alla cura del corpo con:
Un alimentazione adeguata (riscopriamo il piacere di una buona cucina mediterranea così sana)
Esercizi di yoga o pilates (ve ne sono di ottimi on line o sulle app degli smartphone)
Spegnendo i cellulari e iniziare a parlare con chi è vicino a noi e si scoprirà di non aver mai conosciuto a fondo i nostri familiari .
Leggendo dei buoni libri o ascoltando degli audiolibri ( possiamo leggere dei classici – i libri di Pirandello, i racconti esilaranti di Woodhouse, le opere di Shakespeare, la Divina Commedia, il Principe di Macchiavelli, la fantascienza di Asimov e così via all’infinito secondo i gusti di ognuno di noi)
Ascoltando della buona musica.
Scoprendo le nostre inclinazioni per far nascere nuovi hobby.
Tutto questo è propedeutico ad un tipo di futuro diverso più concreto e meno futile.
Infine alcuni suggerimenti per un utilizzo produttivo di internet e dei social.
Non subissare di messaggi il prossimo, il loro tempo è prezioso come il nostro.
Quando si vuole postare qualche cosa chiedersi se è utile.
Impariamo a verificare i contenuti prima di commentare o condividere
Usiamo il digitale per rimanere connesso in modo profondo, vero e sincero.
Silenziamo chi semina odio e e falsità.
Spegniamo i computer e interagiamo con chi è in casa con noi.