Una paziente mi dice come faccio a cancellare le mie ansie?
Lei si dice non pensare ma non ce la fa è piena di paure basta un nulla per metterla in crisi.
Demonizza il farmaco ma lo richiede, perché il farmaco agisce senza che lei ci metta la sua volontà.
Fin da piccoli ci hanno addestrato a cercare un aiuto esterno dai Santi in giù che ci risolva magicamente il problema.
Il farmaco non fa miracoli ma addormenta, cheta le tempeste amminiche e ormonali, in casi fastidiosi o in momenti duri è giusto ricorrere al farmaco.
Quindi ci sono una serie di farmaci che sono utili per la salute, inutile soffrire quando ci sono gli antidolorifici.
Chi soffre di una nevrosi (attacchi di panico, depressione etc.) ha di fronte a sé due scelte:
Il farmaco
La psicoterapia
L’uno non esclude l’altra e viceversa.
La nevrosi è un momento di crisi e crea una spinta al cambiamento per uscire dalla situazione di malessere.
Il farmaco ci crea benessere ma così facendo rendiamo il benessere dipendente da lui, non è sbagliato possiamo continuare a prendere il farmaco per una vita e avere un benessere come si fa assumendo una droga.
Il farmaco ha degli effetti collaterali che possono essere più o meno compensati, ad esempio la perdita della libido (ma se il problema è lì il farmaco cheta il problema).
Il farmaco può essere il carburante per aiutarci a cambiare, ma la via del cambiamento è una sola – uscire dalla dipendenza dall’oggetto per recuperare la nostra autonomia soggettiva.
Ma questo è scomodo, comporta rinunce e rischi che non sempre si vogliono affrontare.
Autonomia significa non avere bisogno degli altri a livello affettivo, significa stare bene da soli.
Ma qui sorge una paura, ma se sto bene da solo chi mi amerà?
Ma stare da soli significa far crescere la nostra capacità di amare senza chiedere nulla e quindi far crescere la compassione che non è la qualità della pietà ma è la capacità di essere felici quando gli altri sono felici e infelici quando gli altri sono infelici.
A livello materiale avremo sempre bisogno di qualcuno ma la libertà dell’anima ci rende meno pesante questo bisogno.
Molti dicono devo cercare IO di combattere la nevrosi, ma l’uscita dalla nevrosi non è un battaglia in quanto se si combatte si rafforza l’ego – quel famoso IO.
L’uscita dalla nevrosi è la presa di consapevolezza dei nostri meccanismi e della nostraessenza per arrivare ad usarli per il nostro benessere.
Non è lotta ma la conoscenza, se combattiamo la nevrosi saremo perdenti se la accettiamo e vediamo di cosa è fatta ci diventerà amica per poi lasciarci liberi di crescere.
Combattere le ombre ci sfianca e ci indebolisce, se accendiamo la luce esse spariscono.