Moltissime donne dopo il parto nell’arco dei primi tre anni di vita rischiano di cadere nella depressione post partum.
Purtroppo molte finiscono in questo tunnel che il più delle volte non è riconosciuto.

Quando si va incontro ad una vera e propria depressione post partum, i sintomi possono essere simili a quelli del baby blues (Il baby blues è un disturbo transitorio di breve durata, che solitamente interessa le neomamme durante la prima settimana dopo il parto e non va confuso con la depressione post-partum che lo stesso Ministero della Salute non ha remore a definire “un problema di salute pubblica di notevole importanza, se si considerano la sofferenza soggettiva della donna e dei suoi familiari, nonché le limitazioni e i costi diretti e indiretti dovuti alla compromissione del suo funzionamento personale, sociale e lavorativo.”fonte la Stampa), ma di intensità maggiore e di durata superiore, tali da interferire a volte anche con la capacità di prendersi cura del bambino, o nella gestione di altre attività.

La depressione post parto può essere caratterizzata da questi sintomi:

Perdita di appetito
Insonnia
Irritabilità intensa e rabbia
Pesante stanchezza
Perdita di interesse verso il sesso
Perdita di entusiasmo per la vita
Sentimenti di vergogna, sensi di colpa e di inadeguatezza
Severi sbalzi d’umore
Difficoltà di legame verso il proprio bambino
Isolamento dalla famiglia e dagli amici
Pensieri di farsi male o far male al bambino

La depressione post parto, se non viene trattata, può durare anche mesi o più a lungo.

Generalmente, se dopo la nascita del proprio bambino ci si sente depresse, si può essere riluttanti o imbarazzate a parlare del proprio stato d’animo.

E’ importante però chiamare lo psicologo o il medico se i segni e i sintomi della depressione mostrano alcune di queste caratteristiche:

Non spariscono dopo due settimane
Peggiorano
Rendono difficoltoso per la neo mamma prendersi cura del proprio bambino
Insorgono pensieri di autolesionismo o di far male al bambino

Perché accade tutto questo?

Non c’è più la famiglia allargata, la coppia nucleare è sola e non ha più la rete a cui appoggiarsi.
Le donne devono tornare velocemente al lavoro per le richieste economiche che la vita impone.
I ruoli femminile e maschile non sono più chiaramente definiti e il più delle volte gli uomini non riescono a comprendere il disagio delle madri.

Molte volte i tradimenti da parte maschile si consumano in questo particolare periodo.

E’ possibile prevenire questa situazione?

Sì è possibile con gli opportuni accorgimenti a base di integratori specifici e definendo molto bene tempi e ruoli genitoriali.