Oggi una paziente mi ha riportato un vissuto rispetto a una situazione accaduta durante una stimolazione ricevuta mentre era sottoposta a un massaggio, una specie di mancamento con totale mancanza sensoriale seguita da un brutto risveglio traumatico.
Ovviamente non riusciva a spiegarsi il perché di questo accadimento.
Mi è venuta l’idea che avrebbe potuto essere un ricordo atavico legato al momento del parto, quindi ho messo la paziente in condizioni di ipnosi riportandola al momento della sua nascita.
L’ipnosi permette di creare queste ipermnesie, cioè recupero di ricordi molto lontani e apparentemente dimenticati, ma la nascita incide in modo molto profondo la struttura sinaptica proprio per la particolarità del momento.
Nel momento della nascita passiamo dal paradiso a un mondo ostile, da un mondo dove i rumori sono ovattati e la luce è quasi assente al rumore e alla luce accecante.
Andiamo da una temperatura costante al freddo, da una sensorialità mediata ad una diretta, in parole povere un vero proprio trauma che incide la nostra memoria e può condizionare la nostra vita sotto molti aspetti.
Durante questa ipnosi è importante saper distinguere tra immaginazione e realtà come in tutte queste situazioni in crisi se si ricercano ricordi ancestrali.
Orami sono parecchi lustri che pratico l’ipnosi e in particolare quella legata al ricordo della nascita, posso affermare che tutte le volte che ho potuto verificare come erano andati i fatti il ricordo indotto dall’ipnosi corrispondeva al vero.
Ma torniamo Gilda e al suo problema.
Posta sotto ipnosi è ritornata al momento della sua nascita rivivendone i momenti e in particolare le emozioni e i sentimenti.
E’ nata in casa, lei ha più di 50 anni e allora la nascita in casa era ancor abbastanza comune, con un parto podalico.
Ha rivissuto la forte sofferenza della nascita avvertendo un forte senso di impotenza e di difficoltà a uscire, si è sentita tirare fuori.
In particolare dopo il parto si è sentita abbandonata perché, essendo la madre in pericolo di vita, il padre, l’ostetrica e la nonna avevano dovuto occuparsi di lei trascurando Gilda.
Gilda si era sentita bloccata e impotente riprendendosi solo dopo che la nonna l’aveva presa in braccio.
Le pareva anche di aver avvertito un forte rifiuto da parte del padre a causa di questo atteggiamento.
La madre le ha raccontato che da piccola dormiva di giorno e stava sveglia di notte e il padre non la sopportava, la madre diceva che il padre desiderava un maschio come primo figlio.
Ovviamente tutto questo ha ingenerato un rapporto difficoltoso con il padre in età adolescenziale e adulta.
Appena nata la madre le metteva un piccolo foulard in testa per non far vedere la testa piatta a causa della sofferenza durante la nascita.
Ora lei vuole porre fine ad una relazione non riuscendoci e di fronte a una manifestazione di affetto del compagno é andata letteralmente in black out.
La fine della relazione rappresenta simbolicamente la nascita ad una nuova vita.
Questa relazione per lei era importante perché ha conosciuto quest’uomo in un momento di forte bisogno dopo che lei era reduce da tentativi di relazione non corrisposti, nel suo immaginario quest’uomo era il padre buono che l’aveva accolta.
Poi con l’andare degli anni si è resa conto di una bassa affinità tra di loro da qui la voglia di interrompere questo legame ma per lei lasciare questa situazione di apparente benessere per ripartire è difficile come affrontare una nascita ed è andata in forte crisi.
Tutte le volte che si trova di fronte a scelte che possono mettere a rischio, anche ipotetico, una situazione di parvente benessere lei va in crisi.
Il problema di base è che lei al momento della nascita era incosciente, non sentiva nulla, quindi nei momenti di cambiamento non riesce a percepire con chiarezza le situazioni arrivando a decidere senza riflettere, purtroppo collezionando errori.
L’aver preso consapevolezza del suo mondo emozionale e del tipo di reattività verso il contesto la sta aiutando, non poco, a trovare nuove strategie di vita e di gestione delle emozioni.