L’importanza di tagliare le catene
Il rapporto con l’oggetto

Vent’anni fa venni a conoscenza di uno strumento terapeutico denominato “Tagliare le catene” elaborato dalla D.ssa Phyllis Krystal.
Conobbi la Dottoressa durante uno dei miei viaggi in India, avevamo una meta in comune.
(una struttura universitaria dove si svolgevano master in psicologia transpersonale uniti alla conoscenza della filosofia orientale).
Era una persona aperta e simpatica, una vera californiana.
Mi raccontò con dovizia di particolari questo suo particolare percorso che usava sui suoi pazienti che prevedeva di base il taglio delle catene dalle figure genitoriali, dai rapporti troppo invasivi e così via.
Devo ammettere che questo strumento a prima vista mi era sembrato molto new age e decisamente staccato dal mio percorso psicanalitico che prevedeva un approfondimento della conoscenza del pensiero freudiano, junghiano e analitico transazionale.
Questo percorso unito ai master di filosofia orientali mi fece, innanzitutto, comprendere come il mondo della psicanalisi e quello dei Veda e delle Upanishad fossero completamente sovrapponibili.
(ovviamente con i dovuti aggiustamenti)
Una sera durante una passeggiata sulle rive del Citravathi, accompagnato dall’eco lontano degli inni vedici della sera, stavo riflettendo sul fatto che sia la psicanalisi sia le Upanishad ci spiegano che noi siamo i proprietari delle nostre emozioni e sentimenti mentre gli oggetti che circondano sono gli stimoli alla nostre reazioni.
A un certo punto ebbi una specie di visione mi senti come avviluppato da corde, catene, legami e sentii di colpo il peso del mio passato che mi apparve come delle forti catene intorno ai piedi che mi impedivano di camminare e muovermi in libertà.
Mi ricordai le parole del Cancelliere dell’Università che frequentavo lì in India “ Past is Past, live the present” se continuate a camminare condizionati dal passato non potete muovermi liberamente, correre sui sentieri della vita, trasformarvi.
Era l’equivalente del “Vivi l’hic et nunc” che spiegavo ai partecipanti dei mei corsi ma di cui non avevo colto in pieno la valenza fino a quella passeggiata serale.
Fu così che compresi la valenza rivoluzionaria dello strumento terapeutico della cara D.ssa Krystal, andava solo contestualizzato all’interno di un percorso organico come quello psicoanalitico agganciato al pensiero filosofico dei Veda e delle Upanishad.
Ero così felice di queste intuizioni che mi ritrovai quasi a danzare sul ritmo dei Veda cantati dai ragazzi dell’Università, avevo avuto un profondo insight come di raro accade.
Il giorno successivo parlai con la D.ssa Krystal chiedendole il formale permesso di utilizzare il suo metodo contestualizzato nel percorso psicoanalitico, lei mi accordò il permesso con grande piacere.
E così da quel giorno il taglio delle catene divenne parte integrante di self awareness il mio metodo terapeutico basato sui miei studi ed esperienze e sinceramente non ne posso fare a meno.
Ovviamente con gli anni l’ho affinato e migliorato ma è grazie ad esso che riesco a far percepire ai miei pazienti il loro vero valore interiore e quindi metterli in grado di crescere in modo autonomo e consapevole.